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Castelluccio dei Sauri

17/05/2019 / Sociale e Società

Sulla esistenza di Castelluccio non si hanno, in epoca pre-romana, notizie certe e documentate. Si sa, solo che, in località Sterparo ai confini con l'agro di Bovino, sorgeva in epoca remotissima un importantissimo luogo di culto, testimoniato dal ritrovamento di numerose Stele (lastre di pietra infitte nel terreno, decorate con figure stilizzate femminili o maschili), alcune delle quali sono custodite nel Museo civico di Bovino. In epoca romana, invece, qualche studioso ritiene di identificare il paese con "l' oppidolum" (villaggio) di cui parla il grande poeta Orazio (65-8 a.c.) nella sua Quinta Satira. Con l'avvento dei Normanni furono costruiti dei "castra" piccoli insediamenti rurali fortificati sulle colline subappenniniche. ll primo documento certo l'esistenza del paese risale al 1118, anno in cui il conte Roberto II di Loretello (umile borgo del Molise) ne fece dono al Capitolo della Chiesa di Bovino. Sotto la dominazione sveva di Federico II, il paese divenne una "masseria" regia. Dopo la morte di Federico II e la fine della sua dinastia, nel 1273 il feudo di Castelluccio dei Sauri venne assegnato ad Ugo di Brienne, conte di Lecce e duca di Atene. A partire dal 1390 il paese entra in una fase di declino, che lo porterà al completo spopolamento fino al 1446. In seguito, fu ripopolato da 60 famiglie di Albanesi e ritornò così a vivere, anche se nel 1549 per via della natura violenta dei suoi abitanti, su ordine del vicerè Pietro di Toledo, il casale fu fatto bruciare insieme ad altri. Nel 1564 Giovanni Guevara, signore di Bovino, acquista il feudo di Castelluccio dei Sauri dalle mani di Fabrizio Mormile, che così fa parte dello Stato feudale dei Guevara fino al 1860 data della nascita del Regno d'Italia. Nel primo decennio del secolo il paese era molto diverso. Infatti, le strade non erano asfaltate e c'era pochissimo traffico, le auto erano quasi inesistenti; i carri erano trainati dai cavalli, pochissime biciclette, tanti asini e muli. Le case erano povere, a un solo piano; c'era molto spazio per i giochi dei bambini. I negozi erano pochi e le comodità scarse. Per l'istruzione c'era solo la scuola elementare. Subito dopo le guerre mondiali cominciò la ricostruzione del paese, è stata rifatta la piazza, spostato il monumento dei caduti, sono stati costruiti dei grossi condomini a più piani, la scuola materna statale e la scuola media hanno avuto propri edifici, è stato costruito un nuovo municipio e ristrutturato il vecchio.

Cosa visitare:

Chiesa della Madonna delle Grazie
La chiesa Madonna delle Grazie fu eretta verso la zona levante del paese, in contrapposizione alla Chiesa di San Giorgio ( attualmente Cappella di San Gerardo) in cui si praticava il rito greco-ortodosso da parte degli albanesi che nel 1500 popolavano il paese.
Successivamente fu ampliata ma mai terminata. Negli anni '70 fu demolita e ricostruita per iniziativa di una devota. In questa chiesa ha avuto sede provvisoria la Parrocchia del SS. Salvatore a causa del terremoto del 23 Novembre 1980.
Il quadro della Madonna delle Grazie,secondo alcuni studiosi, risale al XVI secolo e il suo realizzatore è stato un allievo del grande pittore Raffaello Sanzio.Alcuni anni fa il quadro è stato sottoposto ad un trattamento ad opera di una professionista del posto.

Il Pozzo di Annibale
I resti di quel che si ritiene un pozzo fatto costruire da Annibale.
Si trova lungo la Statale ex 161 in località Lamia nei pressi dell'Ippodromo dei Sauri.
In questa zona che si trova di fronte a Troia (FG), l'antica Eca, restò accampato per molto tempo l'esercito di Annibale e la tradizione vuole che questo pozzo fosse stato costruito appunto per le necessità delle truppe. Nessuna notizia certa od ufficiale, per quanto ne sappia, esiste, ma è stato da sempre e da molti storici ritenuto tale. Certamente la cosa non è infondata dal momento che anche durante la costruzione della suddetta strada statale, si operò una deviazione per evitare di distruggerlo.

Il Monumento ai Caduti
Il Monumento ai Caduti fu inaugurato negli anni ottanta insieme al nuovo gonfalone comunale e alla consegna del vessillo alla locale Stazione dell'Arma dei Carabinieri da parte dell'Amministrazione Comunale di allora.
Il triplice avvenimento che ebbe carattere particolarmente solenne sisvolse con l'intervento delle massime autorità locali e provinciali, oltre che di alcune altre di livello nazionale, in una cornice di popolo e di ex combattenti che per l'occasione, sfoggiavano le loro decorazioni.

Le stele antropomorfe
Quella delle stele è senza dubbio la produzione che maggiormente caratterizza l'età del Rame del Subappennino. Le prime furono individuate nell'autunno del 1954, nel corso di arature profonde in un vasto podere al confine tra i territori dei comuni di Bovino e Castelluccio dei Sauri. In quella circostanza fu portato in superficie numeroso pietrame di grandi dimensioni, tra cui furono riconosciute due stele pressoché integre e una terza frammentaria(Acanfora 1960).

Fonte: www.comune.castellucciodeisauri.it