Skin ADV

I SUONATORI DI STRADA

24/10/2018 / Lo sapevate che...

Escogitare con vari mezzi di risolvere ilproblema dell’esistenza e cercare di tirare avanti la vita alla meno peggio, ancheporgendo gli auguri nelle occasioni di: fidanzamento, compleanni, onomastici,sposalizi, poichè alle cresime e prime comunioni non ancora si pensava. Taleparticolare attività non poteva ritenersi un mestiere vero e proprio, campando diregalie.

Vi erano tre categorie: la primapersonificata dallo sciancato Loreto Quinto, appartenente a famiglia borghesedecaduta, che rimediava ai suoi bisogni di “boehmien” e di nottambulo con unospeciale genere di lavoro, quello di riempire i biglietti da visita,rubacchiando in biblioteca versi non sempre appropriati al caso, oppurericorrendo alla collaborazione di studenti, tra il quale gli piaceva staresempre; unirli a mazzi di fiori avuti dall’amico guardiano della villa comunalee recapitarli alla casa del festeggiato; felice di ricevere il pezzo d’argentodi una lira.

Ma Loreto aveva un concorrente più forte eagguerrito nel campo della musica, tale Ciccotto Mele abitante in viaSant’Angelo, in quel malfamato quartiere della Chiavica, bravissimo suonatoredi violino, che con l’avanzare dell’età era stato abbandonato dall’orchestradel Teatro Comunale, come dal maestro di cappella della Cattedrale e dallealtre solennità, nelle quali la musica aveva il non lieve compito di svolgereprogrammi impegnativi. Persuaso che i mezzi per vivere glieli avrebbe dovutofornire il suo strumento. Ciccotto ricorse al sistema degli auguri a domicilio,in modo particolare per gli onomastici, per cui ogni giorno consultava unospecializzato calendario. Però poiché dal suo strumento, non avrebbe avutol’effetto desiderato, si affiancò un certo Gennarino Vinella suonatore di flauto,col quale lavorò in buona compagnia, fino all’esaurimento delle forze. Alcontrollo di questi due attenti osservatori della vita cittadina sopra più diCiccotto, nessuno sfuggiva, in modo che ogni mattina quella tale famiglia, cheall’ora di pranzo si accingeva a sedersi a mensa, per festeggiare in pienaintimità, il proprio lieto evento, era sicurissima che a breve distanza ditempo abbia ascoltato le prime note degli strumenti del duo Mele-Vinella. Dopol’abituale esecuzione dei due pezzi del repertorio lirico, Ciccotto Mele tiravail cordone del campanello della porta e alla cameriera accorsa ad aprireporgeva il cartoncino degli auguri per la mancia ricevuta ringraziava con unabriosa suonatina. Ma per la coppia il programma della giornata non era terminato,specialmente se magro, in tal caso i due si sarebbero rivisti la sera in unrione popolare, in qualche famiglia si festeggiava una ricorrenza qualsiasi coni tradizionali suoni di chitarra e mandolino, per cui l’offerta di integrarel’orchestra con altri due strumenti era subito accolta. Favorevole occasioneper il Ciccotto, che per i frequenti digiuni diventava sempre più magro; nonuso ad abbondanti pranzi, spesso era stato visto alzare il gomito.

Per ultimo meno attivo c’era il trioformato da elementi costituiti dalla vecchia banda cittadina e di ex allievidell’Orfanatrofio Maria Cristina, (bombardino, tromba, clarino), i qualipartecipavano a trattenimenti famigliari e popolari.

Questo modestissimo, umile e caratteristicomodo, di procacciarsi i mezzi per poter vivere è scomparso per fortuna tanto èvero che è addirittura sconosciuto ai nostri concittadini, dato che gli attori,anzi citati non hanno avuto seguaci; ugualmente non si sono più visti in girosuonatori di mandolino e fisarmonica che dal mattino alla sera, non sempre beneaccolti dagli ascoltatori, peregrinavano per caffè e trattorie, allungando lamano con il piattino per la raccolta dell’offerta di un soldo e non sempre datutti, e ancora quei tali organetti di Barberia, trainati da un somarello,appartenente qualcuno a reduce delle guerre dell’indipendenza nazionale. Laradio, il maggiore benessere, l’assistenza pubblica e un più sviluppato sensodi dignità nel popolo hanno fatto piazza pulita.

A CURA DI

ETTORE BRAGLIA