Sei foggiano se… Almeno una volta, trovandoti in visita in un’altra città e avendo necessità di usufruire dei mezzi di trasporto, hai chiesto ai residenti del posto “Dove passano le circolari?” e non sei stato capito. A tutti i foggiani, nessuno escluso, è capitato almeno una volta. Ma non importano le figuracce, non importa l’essere etichettati come ignoranti, non importa quante volte ci abbiano detto che si chiamano autobus: noi diremo sempre “circolari”. E, se parliamo di circolari, parliamo di ATAF, l’Azienda dei Trasporti Automobilistici di Foggia, che nasce, così come la conosciamo, nel 1963.
E prima? Prima, c’era la SCAUIT. La SCAUIT era una cooperativa, che diventa ATAF quando viene municipalizzata. La prima cooperativa di trasporti, dunque, dura circa nove anni. Inaugurata dal sindaco Pepe e sua moglie, nominata eccezionalmente madrina, la cooperativa constava di quattro linee, che percorrevano la città dividendola in due settori circolari, destro e sinistro. Non a caso, in effetti, le linee erano denominate: “destra”, “sinistra” e “destra e sinistra” le altre due. Il sevizio urbano fu assunto il primo gennaio del 1954 e rispondeva senza dubbio alle principali esigenze dei cittadini. Regolarità delle corse, velocità e sicurezza, macchine comode, efficienti e pulite e soprattutto correttezza e gentilezza del personale, fecero indicare nella SCAUIT una delle non molte società che si distinsero per serietà di lavoro e per onestà d’intenti. Molto giovani gli autisti, giovani i fattorini, nuovi gli automezzi: vi fu una nota di giovinezza che circolava per le arterie della città, portando, col ritmico rombare dei motori il segno benemerito della Società che aumentò di qualche unità il numero delle macchine, così le invocazioni e le attese varianti di percorso furono realizzate, allacciando i nuovi quartieri della periferia, i cui abitanti avevano maggiore necessità di usufruire di mezzi celeri per raggiungere il posto di lavoro, gli uffici cittadini e i mercati.
Con la nascita dell’ATAF e l’espandersi della città, il numero dei mezzi messi a disposizione dei cittadini e aumentò ancora di più, attribuendo a ciascuno un numero, che lo identifica in base alla tratta di percorrenza.
A cura di
Ettore Braglia